La malattia rivela una sua funzione positiva. Ti interroga, ti spinge a cercare delle risposte, ti stimola a mettere ordine fra gli oggetti sparpagliati della tua vicenda umana e interpersonale. Forse sei tu che l’hai autoprodotta, quando hai smesso di amarti e di attribuirti valore, quando hai cessato di prenderti cura di te stesso, quando hai lasciato che la paura dominasse la tua vita, quando ti sei lasciato annegare nel fluire degli eventi anche sfavorevoli, senza opporgli resistenza, venendo meno al principio vitale di nutrimento dell’anima. È il momento di procedere a ritroso, perché solo liberandoti di tanti inutili fardelli metaforici, puoi decretare la tua guarigione, inutilmente demandata solo ai farmaci.